Presto la plastica dominerà la biosfera
18 hours 31 minutes ago
di Umberto Oreste Pochi giorni dopo la chiusura ingloriosa della COP29 a Baku, che ha ancora una volta ignorato gli accordi di Parigi 2015, si è chiusa il primo di dicembre la INC5 di Busan in Corea del Sud, la conferenza ONU che doveva mettere mano alla riduzione della produzione di plastica alla luce degli evidenti danni ambientali che produce. La massa della plastica, che è l’insieme di diverse sostanze chimiche sintetiche, sta crescendo il maniera esponenziale, conquistando tutti gli ambienti del pianeta, dalle profondità degli abissi oceanici al citoplasma delle nostre cellule. Sebbene l’allarme sia stato lanciato da tempo dagli scienziati, la produzione di plastica è in costante aumento dal 1907, anno della sintesi della bakelite da parte del chimico belga Leo Baekeland. Gli anni seguenti hanno visto la nascita del Polivinilcloruro (PVC), Cellophan, Polistirene, Nylon (Poliammide), PET (Polietilene tereftalato), Moplen (Polipropilene isotattico) e tante altre sostanze “plastiche”. Negli ultimi 60 anni ne sono state prodotte nel mondo oltre 8 miliardi di tonnellate di cui solo il 9% è stato riciclato; il 12% è stato incenerito ed il 79 % è stato semplicemente riversato nell’ambiente naturale. Il problema è enorme: basti ricordare l’enorme isola di plastica galleggiante nel Pacifico [...]
loc
Brescia antifascista si riprende Piazza Loggia
1 day 14 hours ago
La risposta della città alla vergognosa sfilata degli ultrafascisti è stata di massa e in gran parte militante. Almeno 5.000 persone, forse di più [Brescia anticapitalista] Una Piazza Loggia strapiena, come ai bei tempi. La risposta della Brescia antifascista (compresi i tiepidi di sempre, ma con moltissime bandiere rosse a “segnare il territorio”) alla vergognosa sfilata degli ultrafascisti di venerdì scorso è stata di massa e in gran parte militante. Almeno 5.000 persone, forse di più: venti antifascisti bresciani per ogni fascistello (compresi quelli d’importazione). E ci siamo ripresi la nostra piazza, quella segnata dal sangue dei nostri compagni assassinati il 28 maggio 1974. Anche lo spezzone alternativo, di oltre un migliaio di compagn*, in gran parte giovani e giovanissimi, che ha sfilato da Piazza Loggia fino in Stazione, ha grandemente contribuito a dare il segno di questa risposta di massa. Uno spezzone combattivo ed unitario, dove si mescolavano gli slogan (alcuni che riemergevano dagli anni ’70, come “Piazzale Loreto c’è ancora tanto posto….”) e le bandiere dell’Associazione Diritti per Tutti e del Mag47 (i principali organizzatori del concentramento alternativo) con quelle di Sinistra Anticapitalista, dei COBAS, degli Antifa, di Potere al Popolo e dei vari gruppi e collettivi della [...]
checchino
Siria: si la gioia, ma tra prudenza e paura
1 day 15 hours ago
Pubblichiamo da International Viewpoint, organo in inglese della Quarta Internazionale, questa iimportante intervista, utile anche per cogliere le dinamiche nell’Amministrazione Autonoma del Nord est, nata a partire dall’esperienza del Rojava e dalla Resistenza di Kobane, espressione di forze arabe democratiche e delle forze progressiste e socialiste curde. Munif Mulhem è un compagno della Quarta Internazionale che vive a Damasco. Militante del Partito d’Azione Comunista della Siria, è stato imprigionato per 17 anni nella terribile prigione di Palmira. Non ha mai rinunciato alla sua lotta contro la dittatura ed è stato arrestato di nuovo cinque anni fa, ma fortunatamente è stato rilasciato dopo alcuni mesi. Mireille Court lo ha contattato telefonicamente per avere le sue prime impressioni sui disordini in corso in Siria. –La caduta del regime di Assad è stata accolta con gioia ed entusiasmo dal popolo siriano, durante i 10 giorni dell’offensiva di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e nelle città conquistate sulla strada per Damasco. Sì, il popolo siriano ha accolto con grande gioia la caduta del regime di Assad. Questo regime ha governato la Siria per più di mezzo secolo con una dittatura senza pari. L’ultimo decennio del suo governo ha portato alla distruzione di persone ed edifici, [...]
mugandu
Dipendenti pubblici, il referendum che interessa tutte/i
5 days 16 hours ago
Il 6 dicembre alcune sigle sindacali del pubblico impiego hanno firmato con il governo (tramite l’ARAN, l’agenzia governativa incaricata delle trattative sui contratti collettivi) il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del comparto delle “funzioni centrali” della pubblica amministrazione. E’ stato firmato solamente dalla Federazione della Cisl del settore e dai sindacati autonomi Confsal e Confintesa, che, secondo le regole per la rappresentatività, stabilite dagli accordi quadro, assommerebbero a circa il 53% di rappresentanza dei dipendenti pubblici, dunque appena necessari a raggiungere quel 50 più 1 che rappresenterebbe la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori interessati [Fabrizio Burattini] L’accordo sottoscritto, con gravissimo ritardo, copre in extremis un triennio che si conclude tra pochi giorni, quello 2022-24, un triennio che comunque ha registrato un’inflazione che non si vedeva da decenni e che ha pesantemente tagliato il potere d’acquisto dei salari. Le lavoratrici e i lavoratori dunque, in mancanza di altri strumenti per la rivalutazione delle retribuzioni, attendevano un aumento degli stipendi capace perlomeno di recuperare quanto perduto in questi anni. I firmatari del CCNL, al contrario, hanno accettato di sottoscrivere una perdita secca di circa il 10% del potere d’acquisto delle retribuzioni, certamente non bilanciato da qualche contropartita del tutto [...]
loc
Dopo la manifestazione contro il disegno di legge paura, costruiamo l’opposizione sociale
6 days 17 hours ago
di Francesco Locantore Decine di migliaia di persone hanno sfilato a Roma sabato 14 dicembre contro il disegno di legge della destra che introduce nuove e più pesanti norme repressive contro i movimenti sociali, i migranti, le lavoratrici e i lavoratori. Il corteo che ha percorso il centro da piazzale del Verano fino a riempire piazza del Popolo era pieno di studentesse e studenti delle scuole e delle università, di militanti dei centri sociali, di lavoratrici e lavoratori organizzati in particolare da alcune categorie della Cgil: Flai, Flc, Fp, Fiom ma anche dalla rete Insorgiamo intorno ai lavoratori ex GKN, fino ai lavoratori della filiera della cannabis; c’era l’associazionismo: l’Arci con un bellissimo striscione viola: “Siamo tuttə corpi del reato”, l’ANPI, Baobab Experience, le Ong che salvano i migranti in mare; c’era il movimento per il diritto all’abitare, c’era la rete “Liberi di lottare” lanciata dal SI Cobas, che ha avuto il merito di cominciare la mobilitazione contro il ddl 1660 e la rete “A pieno regime” costituitasi nell’assemblea in Sapienza lo scorso 16 novembre; c’erano le forze politiche di opposizione parlamentari: AVS, il M5S, con Giuseppe Conte fischiato perché subito dopo sarebbe andato ospite ad Atreiu, la festa [...]
loc
Ddl Lavoro: com’è semplice licenziare
1 week 3 days ago
“Semplificazione e regolazione”: per i padroni sarà più semplice liberarsi dei lavoratori tutelati [Checchino Antonini] Il Ddl Lavoro è un piano inclinato sempre più ripido verso la precarizzazione: vengono eliminati i vincoli ai contratti di somministrazione e del lavoro stagionale. «L’Aula del Senato ha definitivamente approvato il Ddl Lavoro collegato alla legge di Bilancio. I 33 articoli del provvedimento introducono norme di semplificazione e regolazione, annuncia il ministero del Lavoro, con particolare riferimento ai temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, della disciplina dei contratti, dell’adempimento degli obblighi contributivi e degli ammortizzatori sociali». La conta ha registrato 81 sì, 47 no e un astenuto al Ddl. Il provvedimento diventa così definitivo visto che aveva già ottenuto il via libera dalla Camera lo scorso 9 ottobre. Il ddl, frutto di uno stralcio del Collegato Lavoro, punta a semplificare numerosi adempimenti burocratici e a «migliorare (così il dispaccio Ansa) le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, ponendo particolare attenzione alla flessibilità delle prestazioni salariali e alla tutela dei diritti dei lavoratori e dei liberi professionisti. Durante l’esame in Commissione e in Aula sono stati respinti tutti gli emendamenti». Certo, è difficile vedere un miglioramento nelle nuove misure sulle dimissioni [...]
checchino
Il paese immaginario di Meloni mentre l’industria crolla
1 week 3 days ago
Ventunesimo mese consecutivo di crollo della produzione industriale. Lo ha attestato l’Istat. La scelta di un’economia di guerra: l’esecutivo ha tagliato 4,6 miliardi all’automotive e li ha destinati alle armi [Roberto Ciccarelli/il manifesto] Siamo arrivati al 21esimo mese consecutivo di crollo della produzione industriale. Lo ha attestato ieri l’Istat. Una situazione di cui è politicamente responsabile il governo Meloni che è in carica da 25 mesi. La «lunghissima fase di contrazione», così è stata definita dall’Istat, è stata alimentata in particolare dal crollo di due settori: la produzione delle auto e quella del tessile. Solo nell’ultimo anno la produzione delle auto è crollata di oltre il 40% del suo valore, quella più generale dei mezzi di trasporto del 16,4%. LA CRISI È GENERALE. Oltre a Stellantis, c’è Versalis o Glencore, e molte altre. Beko Europe ieri ha confermato «integralmente» il piano industriale con 1.935 esuberi, la chiusura degli stabilimenti e il ridimensionamento degli impiegati. Al tavolo di crisi Adolfo Urso, «ministro al made in Italy», ieri ha confermato che il «Golden power» è uno dei misteri gloriosi del governo Meloni. Urso ha fatto un excursus storico sulla crisi dell’elettrodomestico in Italia e ha concesso all’azienda un «secondo tempo supplementare». «Inaccettabile» [...]
checchino
Bloccare il Ddl Sicurezza per rilanciare il conflitto sociale
1 week 3 days ago
Il 14 dicembre corteo nazionale a Roma contro il più grande attacco della storia repubblicana al diritto al dissenso e alla libertà di movimento. La risoluzione di Sinistra★Anticapitalista ☭ Sinistra Anticapitalista sostiene e partecipa al corteo, il prossimo 14 dicembre a Roma, contro il nuovo pacchetto sicurezza, il cosiddetto ddl 1660, che sta per essere approvato in Senato dopo essere stato approvato alla Camera. Il ddl Paura, come lo ha rinominato la grande assemblea nazionale che ha lanciato la manifestazione, lo scorso 16 novembre, si configura come un vero e proprio manifesto politico ed ideologico in cui il governo Meloni combina repressione politica, controllo sociale, populismo penale, proibizionismo, cultura patriarcale, classismo e razzismo: 23 nuovi reati che vanno a combinarsi con altri 47 coniati al tempo in cui al Viminale c’era Salvini e che rischia di essere un punto di non ritorno in una fase politica contrassegnata dalle tentazioni autoritarie di governi di ogni foggia dentro la cornice inquietante della post-democrazia e dei venti di guerra. Sinistra Anticapitalista intende rilanciare la riflessione della Rete No ddl Sicurezza che ha aperto uno spazio pubblico che non deve chiudersi con il corteo ma proseguire in una mobilitazione permanente in cui la [...]
checchino
Bashar è caduto! Viva il popolo siriano
1 week 4 days ago
Riprendiamo il comunicato dell’NPA francese di cui condividiamo i contenuti, sulla caduta del regime dittatoriale siriano. Di seguito riprendiamo da Siria, capire la rivolta di questi giorni | Sempre e per sempre dalla stessa parte un’intervista a Joseph Daher, docente all’Università di Losanna e all’Istituto Universitario Europeo di Firenze, autore di vari libri sul Medioriente, coordinatore del sito Syria Freedom Forever, da Tempest Nel giro di dieci giorni è caduto uno dei regimi più brutali del mondo. Ci sono state scene di giubilo, in particolare all’apertura delle prigioni dove migliaia e migliaia di persone sono state imprigionate, a volte per decenni e tante di loro torturate ed uccise. Le statue della famiglia Assad sono cadute in tutte le città della Siria e tutte le comunità vi hanno partecipato. Bashar al-Assad, il violento affossatore della rivoluzione siriana, figlio e degno successore del dittatore Hafez al-Assad che ha governato negli anni ’80, è fuggito dal Paese senza dare più notizie di se. A capo di un regime che ha sfruttato le divisioni religiose per mantenere il potere, Bashar al-Assad stava già per cadere durante la Primavera araba del 2011 e le massicce rivolte democratiche e sociali nel suo Paese. La repressione mortifera, gli arresti e [...]
mugandu
Non solo Volkswagen, in Germania a rischio 770mila posti di lavoro
1 week 5 days ago
La crisi dell’industria tedesca: quando i grandi produttori di automobili “starnutiscono”, l’intera filiera dell’automotive si ritrova con una “polmonite [Angela Klein, Sozialistische Zeitung/ SoZ] La paura si sta diffondendo in Germania. A settembre 2024, il Consiglio di Amministrazione di Volkswagen ha rescisso l’accordo collettivo “Garantire il futuro”, che era stato aggiornato l’ultima volta nel 2021. L’accordo escludeva i licenziamenti per motivi operativi e garantiva ai tirocinanti un impiego permanente. Il Consiglio di Amministrazione vuole ridurre i salari e gli stipendi del 10%. Migliaia di licenziamenti sono previsti, la chiusura di impianti è imminente, e si parla di tre sedi che potrebbero essere chiuse. Per regioni come la Bassa Sassonia, la Frisia, la Sassonia e altre, che dipendono dall’industria automobilistica, ciò significherebbe un tracollo. E Volkswagen non è sola: Ford intende tagliare 2.900 posti di lavoro nei suoi stabilimenti tedeschi di Colonia e Saarlouis entro il 2027; a Colonia si perderà un posto su quattro. Anche i profitti e le vendite di Mercedes e BMW sono crollati. E quando i grandi produttori di automobili “starnutiscono”, l’intera industria di fornitura automobilistica, pilastro dell’ingegneria meccanica in Germania, si ritrova con una “polmonite”. In questo settore sono in gioco 770.000 posti di lavoro. Dal 1960 in poi, un [...]
checchino
Dopo il voto di censura, finirla con Macron e la Quinta Repubblica!
2 weeks 2 days ago
NPA- l’Anticapitaliste Il risultato è stato chiaro: 331 voti per la sfiducia. Il governo Barnier si è dimesso e il bilancio di austerità è caduto. Questo governo illegittimo, simbolo della macronia in decomposizione non aveva futuro. La promessa di sempre maggiore austerità e autoritarismo è stata rifiutata dalla grande maggioranza della popolazione. La crisi economica e sociale sta portando a una crisi politica senza precedenti da decenni. I capitalisti e le loro istituzioni non sono più legittimati ad organizzare la società. Non è possibile cambiare le cose con qualche combinazione parlamentare. Macron deve quindi andarsene, dimettersi senza indugio, e le forze del Nuovo Fronte Popolare, i partiti ma soprattutto i sindacati, le associazioni, le forze dal basso, devono serrare i ranghi per cambiare tutto, andare verso un processo costituente e porre fine al presidenzialismo. Dobbiamo voltare pagina rispetto a questa V Repubblica, che permette ogni tipo di forzatura autoritaria. Di fronte all’impasse democratico, dobbiamo imporre un processo costituente in cui la democrazia non si limiti al gioco elettorale, ma si estenda al diritto di decidere nelle aziende e nei quartieri sulle scelte produttive e sull’uso delle risorse da parte dei primi interessati, i lavoratori e gli utenti. Ciò significa costruire [...]
mugandu
Cosa sta succedendo in Siria?
2 weeks 2 days ago
Quello che è certo è che fazioni sotto tutela turca hanno colto l’opportunità creata dall’indebolimento del sostegno iraniano e russo al regime di Assad [Gilbert Achcar] In pochi giorni, dopo essere rimasta relativamente statica per alcuni anni, la Siria si è trasformata di nuovo in un teatro di guerra di movimento, in quella che sembra una ripresa dell’ultimo grande spostamento dei fronti di battaglia avvenuto nel 2016, quando il regime di Assad riprese il controllo di Aleppo con il supporto iraniano e russo e la complicità turca. Eccoci ora, di fronte a un attacco a sorpresa accompagnato da un’improvvisa espansione delle forze di Hay’at Tahrir al-Sham (Organizzazione per la liberazione di al-Sham, cioè la Siria, comunemente indicata con il suo acronimo arabo HTS), il gruppo jihadista salafita che controlla la regione di Idlib nella Siria nord occidentale dal 2017. Come è noto, l’origine del gruppo risale a Jabhat al-Nusra, fondato nel 2012 come ramo di Al-Qaeda in Siria, che ha poi annunciato il suo abbandono dall’organizzazione con il nome di Jabhat Fath al-Sham nel 2016, prima di assorbire altri gruppi e diventare Hay’at Tahrir al-Sham l’anno successivo. L’invasione di Aleppo da parte di HTS nei giorni scorsi è stata effettuata [...]
checchino
Dopo il voto di censura, finirla con Macron e la Quinta Repubblica!
2 weeks 3 days ago
L’illegittimo governo Barnier, simbolo della macronia in decomposizione, non aveva futuro. La promessa di sempre maggiore austerità e autoritarismo è stata rifiutata dalla grande maggioranza della popolazione. La dichiarazione del NPA- l’Anticapitaliste dopo il voto di sfiducia ★ Il risultato è stato chiaro: 331 voti per la sfiducia. Il governo Barnier si è dimesso e il bilancio di austerità è caduto. Questo governo illegittimo, simbolo della macronia in decomposizione non aveva futuro. La promessa di sempre maggiore austerità e autoritarismo è stata rifiutata dalla grande maggioranza della popolazione. La crisi economica e sociale sta portando a una crisi politica senza precedenti da decenni. I capitalisti e le loro istituzioni non sono più legittimati ad organizzare la società. Non è possibile cambiare le cose con qualche combinazione parlamentare. Macron deve quindi andarsene, dimettersi senza indugio, e le forze del Nuovo Fronte Popolare, i partiti ma soprattutto i sindacati, le associazioni, le forze dal basso, devono serrare i ranghi per cambiare tutto, andare verso un processo costituente e porre fine al presidenzialismo. Dobbiamo voltare pagina rispetto a questa V Repubblica, che permette ogni tipo di forzatura autoritaria. Di fronte all’impasse democratico, dobbiamo imporre un processo costituente in cui la democrazia non si [...]
checchino
La crisi dell’auto e il “licenziamento” di Tavares
2 weeks 4 days ago
Dall’inizio del 2024, la Fiat perde il 16,8%, e il primato nel mercato nazionale, sorpassata da Toyota e Volkswagen, anche se sembra che all’interno di Stellantis, quello Fiat resta il marchio più venduto del gruppo nel mondo ma questo non risparmia i lavoratori degli stabilimenti italiani, una crisi che coinvolge le vite e le prospettive di centinaia di migliaia di salariati, in Italia e nel mondo: 242.000 dipendenti diretti, senza contare tutti i lavoratori delle aziende dell’indotto. Questo il quadro dentro cui comprendere l’addio di Tavares [Fabrizio Burattini] La stampa italiana è ormai piena di articoli sulla grande crisi del settore automotive, che poi, per l’Italia, sostanzialmente significa la crisi di mercato della Stellantis per le auto con il vecchio marchio Fiat, che rallentano le vendite da diversi mesi, con un ritmo persino maggiore di quello che sta colpendo tutto il mercato, anche a causa di una gamma di modelli inadeguati alla situazione. Il marchio italiano del gruppo Stellantis ha visto le sue vendite diminuire del 46% su base annua nell’Unione Europea e scendere al 2% della quota di mercato. Dall’inizio del 2024, in un mercato europeo lento, la Fiat perde il 16,8%, con sole 257.000 auto vendute. E ha [...]
checchino
Crisi dell’auto, chiusura di impianti
2 weeks 4 days ago
L’industria automobilistica europea sta passando da una crisi all’altra. Tuttavia, è ancora il settore con il maggior numero di dipendenti dell’intera industria manifatturiera. La fine dell’industria automobilistica in Europa è quindi lontana. Il futuro dipende dall’equilibrio sociale di potere che il movimento sindacale può o non può raggiungere [Jean-Claude Vessillier/ Die Internationale] L’industria automobilistica europea sta passando da una crisi all’altra. Tuttavia, è ancora il settore con il maggior numero di dipendenti dell’intera industria manifatturiera. Nel 2023, nei paesi dell’Unione Europea, un milione di lavoratori era impiegato negli stabilimenti automobilistici e 1,2 milioni nei produttori e fornitori di attrezzature. Se si sommano tutte le attività direttamente collegate alla produzione di automobili, l’Associazione europea dei costruttori di automobili arriva a un totale di 3,4 milioni di dipendenti. La fine dell’industria automobilistica in Europa è quindi lontana, anche se la produzione di automobili e veicoli commerciali è scesa da quasi 17 milioni di veicoli nel 2000 a 10 milioni nel 2023, con un calo del 40%. In Germania la produzione è scesa del 20%, in Francia e in Italia di due terzi nello stesso periodo. La pandemia e la conseguente crisi nella fornitura di componenti hanno rappresentato un ulteriore passo in questa [...]
checchino
Germania. Il “modello di stabilità” verso la più totale incertezza politica
2 weeks 5 days ago
di Romaric Godin (da mps-ti.ch) La coalizione “semaforo” tedesca è ormai solo storia. Mercoledì 6 novembre 2024, quando tutta l’Europa era ancora sotto shock per la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, il cancelliere federale Olaf Scholz ha annunciato di aver chiesto al presidente Frank-Walter Steinmeier di licenziare il ministro delle Finanze Christian Lindner, leader del partito liberale FDP. “Troppo spesso i compromessi necessari sono stati coperti da dispute inscenate e da richieste ideologiche. Troppo spesso il ministro Lindner ha bloccato le leggi con motivazioni artificiali. Per troppo tempo ha fatto politica di partito. Troppo spesso ha tradito la mia fiducia”, ha dichiarato Olaf Scholz. Il tono del suo discorso, pronunciato in serata dopo la pubblicazione delle notizie di stampa, ha colpito l’altra sponda del Reno, dove la vita politica berlinese è solitamente tranquilla e contenuta. Con il licenziamento di Christian Lindner, l’FDP, da lui guidato, e i suoi 91 deputati lasciano la coalizione. L’ex ministro ha reagito al discorso di Olaf Scholz parlando di una “rottura calcolata” da parte del cancelliere socialdemocratico. Tuttavia, uno dei ministri liberali, Volker Wissing, responsabile dei trasporti, ha annunciato che avrebbe lasciato l’FDP e sarebbe rimasto nel governo. Con questa eccezione, Olaf Scholz guida ora [...]
loc
L’addio di Tavares trascina Stellantis nella crisi globale
2 weeks 5 days ago
di Massimo Franchi (da il manifesto) Ora che Carlos Tavares se n’è andato sembra che la crisi dell’auto fosse tutta colpa sua. Le dimissioni del ceo di Stellantis sono arrivate domenica sera, a sorpresa. Il 66enne manager franco-portoghese fino a poche settimane fa era considerato un vero re Mida del settore automobilistico. Da ieri invece è partita la gran cassa mediatica italiana: è il capro espiatorio della crisi che da più di un decennio nessuno ha voluto vedere. GLI SI IMPUTA UN CROLLO VERTICALE addirittura della Fiat, come se fossimo ancora negli anni Novanta. Invece siamo negli anni ’20 e nel frattempo l’Italia ha perso la sua storica azienda, spostata in Olanda da Marchionne che con la fusione con Chrysler ha portato cuore e testa (e lavoro) del gruppo negli Stati uniti, mentre tutto il settore dell’auto sta vivendo un cambio tecnologico epocale su cui il governo italiano può fare poco ma certamente non ha fatto niente per impedire che nel nostro paese alla fine di quest’anno saranno prodotte solo 350mila auto, come nel 1957. Le colpe di Tavares – manager strapagato dai suoi azionisti a cui ha sempre staccato dividendi miliardari record – sono invece quelle di aver voluto [...]
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Piazze gremite contro il Governo
2 weeks 5 days ago
di Franco Turigliatto Nelle settimane scorse avevamo segnalato che la società italiana non era ferma, che significative mobilitazioni si erano manifestate su diversi terreni, che esistevano fermenti e possibilità di lotte più ampie ed anche convergenti indotte dalla politica regressiva e reazionaria del governo dell’estreme destre, la cui pericolosità sociale e politica si stava manifestando a settori più ampi della classe lavoratrice, producendo in loro la consapevolezza della necessità di costruire una opposizione politica e sociale ben più consistente. Individuavamo anche le ragioni delle scelte tattiche e delle modalità di costruzione dello sciopero generale del 29 novembre da parte delle direzioni sindacali di CGIL e UIL non solo negli scarsi margini di azione e di concertazione concessi loro dal governo, ma anche nei nuovi fermenti presenti nei luoghi di lavoro espressi anche nella riuscita di alcuni scioperi, in particolare nei trasporti. Il successo delle piazze sindacali Un po’ enfaticamente potremmo dire che lo sciopero e le manifestazioni del 29 non solo sono state una grande giornata per il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, ma segnano il ritorno in campo della classe operaia. Riappare sulla scena dello scontro sociale quel soggetto di cui non c’è in genere traccia nei giornali [...]
loc
Il cessate il fuoco in Libano non è una “vittoria divina”
2 weeks 6 days ago
di Gilbert Achcar L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Libano potrebbe essere una nuova “vittoria divina”? Fu così che l’accordo che pose fine all’assalto israeliano al Libano nel 2006 fu definito da Hezbollah. Poi, il partito mostrò quella frase su enormi cartelloni pubblicitari con una foto del suo Segretario generale, Hassan Nasrallah, in un chiaro gioco di parole, poiché lo slogan poteva essere letto sia come una vittoria attribuita a Dio sia come una vittoria guidata da Nasrallah, il cui nome in arabo significa “vittoria di Dio”. Indipendentemente da questa presunta divinità, la rivendicazione della vittoria aveva davvero senso nel 2006, quando l’assalto di Israele non riuscì a dare un colpo decisivo al partito, che lo affrontò con una feroce resistenza. Lo stato sionista fu costretto a fermare la sua guerra affidandosi a una risoluzione internazionale, la risoluzione n. 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che non forniva alcuna garanzia reale per la sua attuazione, anche se solo quella della sua prima clausola, che chiedeva il ritiro delle forze del partito a nord del fiume Litani, per non parlare della clausola che ribadiva la precedente risoluzione 1559 (2004) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che [...]
mugandu
Volantino: Il 29 tutte/i in sciopero e in piazza
3 weeks 3 days ago
Scarica il volantino in formato PDF UNA LEGGE DI BILANCIO A MISURA DEI PROFITTI E DEI FABBRICANTI D’ARMI IL 29 TUTTE/I IN SCIOPERO E IN PIAZZA La legge di bilancio definisce quali e quante risorse pubbliche reperire e come investirle nella società. Indica se il governo in carica lavora a vantaggio delle classi lavoratrici e popolari oppure difende gli interessi delle classi possidenti padronali. La legge del governo Meloni protegge i profitti e le rendite finanziarie applicando le nuove norme europee di austerità: per 7 anni un taglio annuale di 13 miliardi della spesa pubblica e una politica economica volta al riarmo militare. 1. Si taglia la spesa sociale che deve garantire una vita degna a tutte e tutti, quella nazionale dei ministeri (5,2 miliardi nel 2025, altri 4 miliardi nel 2026 e ulteriori 3,5 miliardi nel 2027), quella degli Enti locali (4 miliardi nel triennio): riduzione dei servizi sociali, trasporti pubblici, acqua, strutture scolastiche, politiche abitative, assegno di inclusione, risanamento idrogeologico e tutela dell’ambiente. 2. Si rinuncia a forti investimenti per garantire una sanità pubblica a tutte/i di qualità spostando le risorse verso la produzione di armi (32 miliardi di euro nel 2025 di cui 13 per le nuove [...]
loc
Checked
36 minutes 59 seconds ago
:: Ecosocialista Femminista Rivoluzionaria ::
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