NPA: «In Francia una crisi senza fine»
3 days 14 hours ago
Pubblichiamo la presa di posizione dei nostri compagni del NPA-Anticapitaliste sulla crisi politica e sociale in Francia, alla luce dell’ennesimo scacco del tentativo di formare un nuovo governo Dopo Lecornu, imponiamo con la lotta un governo popolare di rottura! Tre brevi giri e poi via. Appena arrivato, il governo Lecornu se ne è già andato. Quasi un mese dopo la sua nomina, Sébastien Lecornu 8nella foto in alto assieme al presidente Macron) ha presentato un governo composto da resuscitati e morti viventi: Darmanin, Retailleau, Dati e persino Le Maire… Dodici ore dopo, Lecornu si è dimesso: ha firmato il mandato più breve di primo ministro della Quinta Repubblica, simbolo di una crisi politica che si sta aggravando e accelerando.Macron incarna un potere illegittimo, moribondo, debole e odiato. Ogni giorno che passa, la crisi del regime si aggrava. Macron non è attualmente in grado di formare un governo che duri più di qualche giorno. In questo contesto, dovrà spingere le sue alleanze sempre più a destra, fino a portare al potere il Rassemblement National (RN). Che lo faccia nominando un primo ministro del RN o sciogliendo l’Assemblea Nazionale, la sua unica tabella di marcia è quella di perseguire politiche di offerta al servizio [...]
checchino
Trump sta preparando un colpo di stato militare?
3 days 14 hours ago
È un argomento che si dibatte ovunque negli Usa, dai popolari talk show televisivi alle riviste politiche più sofisticate [Dan La Botz] L’attuale dibattito in gran parte della società americana verte sulla possibilità che il presidente Donald Trump stia preparando un colpo di stato. È un argomento che si dibatte ovunque, dai popolari talk show televisivi alle riviste politiche più sofisticate. Bill Maher, conduttore liberal di Real Time, un talk show in cui satireggia l’attualità, con mezzo milione di spettatori, ha affermato che il governo Trump stava abituando gli americani a vedere forze di polizia mascherate, persone rapite dalle strade e truppe nelle strade di Washington, DC. Lo ha descritto come un “colpo di stato lento” e ha suggerito che anche se i Democratici vincessero le elezioni del 2026, potrebbero non essere in grado di entrare in carica, commenti ampiamente riportati dai media nazionali. La rivista liberal Foreign Policy si è chiesta: “Trump sta mettendo in atto un autogolpe?” e ha fornito prove che in effetti sembrava stesse facendo proprio questo. Già a febbraio, il Guardian ha pubblicato un editoriale intitolato “La presa di potere di Donald Trump: un colpo di stato mascherato dal caos”. Oggi si stanno accumulando prove che Trump potrebbe tentare un colpo di stato militare. Trump [...]
checchino
Abuso di potere al casello, sequestrati dalla polizia mentre andavano al corteo di Roma
4 days 13 hours ago
La denuncia di USB Massa-Carrara: «Una velina diffusa prima che venissimo fermati. Chi ha passato la notizia alle agenzie di stampa nazionali?» MASSA – Usb Massa-Carrara dopo i fatti di sabato, indice una conferenza stampa. A parlare per primo e a raccontare quanto accaduto è Elia Buffa. Questa la sua cronaca: «Sabato alla manifestazione di Roma è successo un episodio gravissimo che crediamo debba essere denunciato pubblicamente. Abbiamo l’esigenza di descrivere i fatti di quello che abbiamo subito, un vero e proprio abuso di polizia repressivo architettato per non farci raggiungere la manifestazione oceanica in solidarietà al popolo palestinese e per intimidirci, ma da questo punto di vista non ci ha minimamente spaventato, anzi siamo ancora più determinati. Da Massa siamo partiti in tantissimi dopo giornate piene di mobilitazioni, manifestazioni spontanee e blocchi. Siamo partiti con due pullman da 54 insieme a diverse auto per raggiungere il corteo oceanico di Roma. Arrivati al casello di Roma Nord i pullman come gli altri sono stati fermati, come è normale che accada, c’è stata una prima perquisizione del pullman dove di fatto non è stato trovato niente di compromettente: sono stati sequestrati due striscioni, usati come asta di bandiera, e due canne [...]
checchino
Venerdì sciopero e sabato corteo. Per Gaza, la Flottilla e tutti noi
1 week 2 days ago
La mobilitazione è permanente, si annuncia una tre giorni ancora più intensa: oggi, 2 ottobre, con altre manifestazioni locali seguite, domani, da uno sciopero generale che vede la convergenza, finalmente, di tutto il movimento della classe lavoratrice – Cgil, Usb, Cub e tutti gli altri sindacati di base (editoriale della redazione) La Global Sumud Flotilla è stata aggredita il primo ottobre con un atto di pirateria internazionale da parte di IDF, braccio armato dello Stato di Israele nel genocidio in corso a Gaza e nella colonizzazione ulteriore della Cisgiordania. Alla notizia del primo arrembaggio, decine di migliaia di persone sono scese in piazza spontaneamente in tutta Italia. Sono stati giorni intensi in cui il baricentro dei movimenti ha trovato nei presidi permanenti, nelle assemblee popolari, lo spazio in cui seguire insieme la navigazione della flotta di solidali e, nello stesso tempo, comunicare con le città, con tutte le cittadine e cittadini, con le lavoratrici e i lavoratori, l’urgenza di mettere in campo una mobilitazione sempre più ampia e forte dopo la grande giornata dello sciopero generale del 22 settembre. Per fermare il genocidio, per il rilascio immediato delle e dei naviganti catturate/i, per spezzare le complicità economiche, politiche, accademiche con [...]
checchino
Piano Trump, un insulto alle vite dei palestinesi
1 week 2 days ago
L’interrogativo principale è se quello di Trump è un piano di pace o per proseguire la guerra [Alberto Negri, da il manifesto] Il piano L’interrogativo principale è se quello di Trump è un piano di pace o per proseguire la guerra. Il dubbio ci assale per una frase inquietante pronunciata dal presidente americano in sintonia con Benjamin Netanyahu che stava al suo fianco: se Hamas rifiuterà il piano, Trump ha promesso che Israele avrà «il sostegno totale degli Stati Uniti» per proseguire la sua guerra L’interrogativo principale è se quello di Trump è un piano di pace o per proseguire la guerra. Il dubbio ci assale per una frase inquietante pronunciata dal presidente americano in sintonia con Benjamin Netanyahu che stava al suo fianco: se Hamas rifiuterà il piano, Trump ha promesso che Israele avrà «il sostegno totale degli Stati Uniti» per proseguire la sua guerra. Tradotto significa che Netanyahu in ogni momento ha la facoltà di far saltare il piano e riprendere il genocidio. Se è vero che Israele ha dovuto fare qualche concessione come la rinuncia – temporanea – all’annessione dei Territori palestinesi e all’espulsione dei palestinesi (anche se l’autorità di transizione avrà il diritto di assegnare i [...]
checchino
La trappola del piano Trump per il popolo palestinese
1 week 3 days ago
Dopo l’«accordo del secolo», l’«accordo del millennio»: il piano Trump porterebbe a un fatto compiuto permanente, in cui il controllo israeliano su gran parte della Striscia di Gaza sarebbe rafforzato [Gilbert Achcar] Più di cinque anni fa, il 28 gennaio 2020, Donald Trump, allora presidente al suo primo mandato, svelava il suo piano di pace per la Palestina durante una cerimonia alla Casa Bianca alla presenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il piano era stato redatto dal genero di Trump, Jared Kushner. Durante la sua campagna elettorale, Trump si era impegnato a negoziare quello che allora aveva definito «l’accordo del secolo» tra gli arabi e lo Stato di Israele, un’espressione che Netanyahu aveva ripreso nel suo elogio al presidente americano durante l’evento. Lunedì scorso, la caratteristica autopromozione di Trump e il suo crescente narcisismo sono riemersi quando ha descritto l’annuncio del piano – co-redatto da Kushner e dall’ex primo ministro britannico Tony Blair – come « potenzialmente uno dei grandi giorni della civiltà », affermando che potrebbe risolvere « cose che vanno avanti da centinaia e migliaia di anni». La verità è che questo nuovo «Accordo del millennio», come il suo predecessore, l’“Accordo del secolo“, alla fine non risolverà [...]
checchino
“La Global Sumud Flotilla non si tocca. Pronti a sciopero generale e sociale”
1 week 5 days ago
Sì al Tavolo delle convergenze di Rete No DL Sicurezza e ad alleanze internazionali. Le conclusioni dell’assemblea nazionale “Convergiamo” di Stop rearm europe «Se la Flotilla sarà in pericolo l’intero Paese si bloccherà di nuovo. Non sarà solo sciopero generale ma uno sciopero sociale, una mobilitazione permanente, per la Flotilla, per Gaza, per la Palestina, per il diritto internazionale, contro la sospensione dello Stato di diritto in atto, l’economia di guerra e le politiche di riarmo che stanno ridisegnando la società sulle macerie dello Stato sociale». Di seguito l’appello in cima alle conclusioni dell’Assemblea Nazionale “Convergiamo” della campagna europea “Stop rearm europe”, tenuta sabato 27 settembre a Roma, presso la sede di Arci nazionale, dai promotori italiani Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia, alla presenza di oltre 200 portavoce di organizzazioni sociali e politiche tra le quali anche Sinistra Anticapitalista. L’appello pone un’enfasi particolare, dal punto di vista analitico sul capitalismo di guerra, mentre, sul livello delle pratiche rilancia l’urgenza dello sciopero generale e della convergenza con tutti i movimenti in campo per costruire un movimento di massa contro il genocidio e il riarmo europeo. “Il Governo [...]
checchino
Non riconosce la Palestina ma si fa riconoscere anche all’Onu. E’ Giorgia Meloni
2 weeks 1 day ago
Con Giorgia Meloni all’Onu va forte il tragicomico. Si strappa le vesti sui troppi conflitti armati e sulla «pace, il dialogo e la diplomazia che non riescono più a convincere e a vincere», ma intanto in Italia allestisce un sistema di governo fondato sull’economia di guerra e sul riarmo (Tommaso Di Francesco da il manifesto) Con Giorgia Meloni all’Onu va forte il tragicomico. Si strappa le vesti sui troppi conflitti armati (perfino citando papa Francesco) e sulla «pace, il dialogo e la diplomazia che non riescono più a convincere e a vincere», ma intanto in Italia allestisce un sistema di governo fondato sull’economia di guerra e sul riarmo foriero di altri conflitti e odi, a danno dei deboli e delle classi subalterne; se la prende con l’incapacità delle Nazioni unite ma dimentica che i governi occidentali e le alleanze militari come la Nato che surroga l’inesistente politica estera europea, hanno devastato l’Onu negli ultimi trenta anni con imprese belliche in Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria e in altre tragedie “minori” per i nostri interessi – senza dimenticare gli allargamenti provocatori a Est nonostante la fine della Guerra fredda – con relativi massacri di civili e crimini di guerra impuniti, che [...]
checchino
Perché i paesi BRICS non denunciano il genocidio in corso a Gaza
2 weeks 1 day ago
Pubblichiamo una versione ridotta di un dossier pubblicato il 7 agosto 2025 sul sito del CADTM di Eric Toussaint ★Rappresentano la metà della popolazione mondiale, il 40% delle risorse energetiche fossili, il 30% del prodotto interno mondiale e il 50% della crescita. Se volessero attuare un modello di sviluppo diverso, avrebbero a disposizione mezzi importanti per farlo, ma non è loro intenzione. I BRICS, inoltre, non adottano alcuna misura concreta, per impedire effettivamente il proseguimento dei massacri e del genocidio I paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che hanno ammesso al loro interno altri 5 Stati (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia e Iran), si sono riuniti a Rio de Janeiro il 6 e 7 luglio 2025. L’Arabia Saudita era presente, ma non ha aderito ufficialmente come paese membro. Erano rappresentati anche una ventina di altri Stati considerati partner.Mentre il presidente degli Stati Uniti moltiplica le azioni unilaterali sia a livello militare che commerciale, i BRICS difendono il multilateralismo e il sistema delle Nazioni Unite, pertanto in piena crisi. Difendono anche il modello di produzione capitalista, produttivista – estrattivista, che sfrutta il lavoro umano e distrugge la natura.I BRICS rappresentano la metà della popolazione mondiale, il 40% delle [...]
checchino
Finally, a general strike!
2 weeks 3 days ago
It is difficult to estimate exact numbers on such an intense day of mobilisation for Palestine. It was a real mass event bringing together at last people from different generations. What is certain is that for years we have not seen such a flood of workers, together with students, pouring into major Italian cities such as Naples, Milan, Bologna, Turin, Brescia, Florence, Palermo, and Catania, as well as in another seventy or so cities. The general strike called by the grassroots unions was not only successful, but exceeded expectations. Port gates were blocked in Genoa, Livorno, Marghera, Trieste, and Salerno. In Bologna, the ring road was occupied, while in Florence, the highway to Pisa and Livorno was blocked. The marches, on the other hand, multiplied throughout the day, and even in the evening, the streets of numerous cities were filled with new actions and blockades. In reality, the level of participation is only surprising up to a point. Mobilisations against the genocide in Gaza and in support of the Palestinian people have grown over the last year to involve broad sectors beyond the usual left audience. For example we had seen this in the demonstration on June 21 in Rome. [...]
loc
Contra el genocidio en Gaza, millones de trabajadores y trabajadoras, estudiantes protagonizan una huelga general por Palestina
2 weeks 3 days ago
da Poder Popular Gippò Mukendi Ngandu | Es difícil dar cifras de una jornada tan intensa, repleta de gente y, por fin, intergeneracional. Lo que es seguro es que hacía años que no se veía una avalancha de trabajadores y trabajadoras unidos a estudiantes, inundando las principales ciudades italianas como Nápoles, Milán, Bolonia, Turín, Brescia, Florencia, Palermo, Catania, así como otras setenta ciudades más. La huelga general convocada por los sindicatos de base no solo ha tenido éxito, sino que ha superado las expectativas. Se bloquearon los accesos a los puertos de Génova, Livorno, Marghera, Trieste y Salerno. En Bolonia se ocupó la circunvalación, mientras que en Florencia se bloqueó la autopista hacia Pisa y Livorno. Por otra parte, las manifestaciones se multiplicaron a lo largo del día y también por la noche las calles de numerosas ciudades fueron escenario de nuevas iniciativas y bloqueos. En realidad, el nivel de participación sorprende hasta cierto punto. Las movilizaciones contra el genocidio de Gaza y en apoyo al pueblo palestino han crecido durante el último año hasta involucrar a amplios sectores no militantes que habían participado en las manifestaciones del 21 de junio en Roma. Además, a lo largo del año también [...]
loc
Italie : Contre le génocide à Gaza, des millions de travailleur·ses et d’étudiant·es en grève
2 weeks 3 days ago
Par Gippò Mukendi Ngandu (Inprecor) Il est difficile de donner les chiffres d’une journée aussi intense, grouillante de monde et intergénérationnelle. Ce qui est certain, c’est que cela faisait des années qu’on n’avait pas vu un tel afflux de travailleur·ses, rejoint·es par des étudiant·es, déferler dans les principales villes italiennes telles que Naples, Milan, Bologne, Turin, Brescia, Florence, Palerme, Catane, ainsi que dans sept autres villes. La grève générale organisée par les syndicats de base a non seulement été couronnée de succès, mais elle a dépassé toutes les attentes. Les ports ont été bloqués à Gênes, Livourne, Marghera, Trieste et Salerne. Le périphérique a été occupé à Bologne, et à Florence, l’autoroute vers Pise et Livourne. Les cortèges, quant à eux, se sont multipliés au cours de la journée et, même dans la soirée, les rues de nombreuses villes ont été traversées par de nouvelles initiatives et des barrages. En réalité, le niveau de participation n’est pas si surprenant. Les mobilisations contre le génocide à Gaza et en soutien au peuple palestinien se sont développées au cours de l’année dernière, jusqu’à impliquer de larges secteurs non militants qui avaient participé aux manifestations du 21 juin à Rome. Au cours de [...]
loc
22/09: un giorno di speranza, un giorno del possibile
2 weeks 3 days ago
Lo sciopero generale rappresenta un vero salto di qualità della mobilitazione, nell’affermarsi di un movimento di massa amplissimo che porta in piazza non solo le forze militanti ma un popolo straordinariamente più ampio. Le sfide del futuro: dimensione di massa, organizzazione dal basso, radicalità dei contenuti (la direzione nazionale di Sinistra★Anticapitalista) (foto di Massimo Lauria) Un’onda travolgente, una ribellione politica e morale contro un genocidio che va avanti da mesi, anzi anni, contro tutte le complicità dirette e indirette che sostengono e garantiscono questo orrore infinito, ma anche un sollevamento contro tutte le incertezze, paure, conservatorismi burocratici che hanno caratterizzato le forze tradizionali sindacali e della sinistra moderata, un vero salto di qualità della mobilitazione, nell’affermarsi di un movimento di massa amplissimo che ha coinvolto e portato in piazza, non solo le forze militanti, ma un popolo straordinariamente più ampio, un popolo di persone “comuni” che ha capito che non si poteva stare fermi, che quel “mai più” che si era proclamato dopo l’olocausto, doveva essere riaffermato con tutta la forza possibile, tanto più di fronte a un genocidio, non nascosto, ma che appare ogni giorno in chiaro sulle televisioni. La consapevolezza che occorre respingere la “banalità del male” e [...]
checchino
Finalmente lo sciopero generale!
2 weeks 4 days ago
Contro il genocidio a Gaza milioni di lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti [Gippò Mukendi Ngandu] È difficile dare i numeri di una giornata così intensa, brulicante di persone e finalmente intergenerazionale. Quel che è certo è che da anni non si vedeva una fiumana di lavoratrici e lavoratori unite alle studentesse e agli studenti, riversarsi nelle principali città italiane come Napoli, Milano, Bologna, Torino, Brescia, Firenze, Palermo, Catania, così come in un’altra settantina di città. Lo sciopero generale indetto dai sindacati di base non è solo riuscito, ma è andato oltre le aspettative. I varchi portuali sono stati bloccati a Genova, Livorno, Marghera, Trieste, Salerno. A Bologna è stata occupata la tangenziale, mentre a Firenze la superstrada per Pisa e Livorno. I cortei, d’altro canto, si sono moltiplicati nel corso della giornata ed anche nella serata le vie di numerose città sono state attraversate da nuove iniziative e blocchi. In realtà, il livello di partecipazione stupisce fino ad un certo punto. Le mobilitazioni contro il genocidio di Gaza e a sostegno del popolo palestinese sono cresciute nel corso dell’ultimo anno fino a coinvolgere ampi settori non militanti che avevano partecipato alle manifestazioni del 21 giugno a Roma. Nel corso [...]
checchino
Un balzo in avanti nella militarizzazione, sotto gli ordini del trumpismo
2 weeks 5 days ago
Dalla «guerra dei 12 giorni» ai vertici della NATO e dell’UE di Jaime Pastor (da Viento Sur) «Come sottolinea lo storico inglese Edward P. Thompson, la guerra nucleare non solo è immaginabile, ma è già stata immaginata e condotta due volte, contro le popolazioni di Hiroshima e Nagasaki. L’inimmaginabile, dice Thompson, sembra essere che questo accada a noi, ma non che lo infliggiamo ad altri. » Manuel Sacristán, « Il pericolo di una guerra con armi nucleari », El País, 16 gennaio 1983 La dichiarazione congiunta della NATO, firmata il 25 giugno durante la riunione all’Aia, poco dopo la guerra di 12 giorni contro l’Iran, ha confermato la subordinazione delle potenze europee – guidate da Gran Bretagna, Germania e Francia – alla strategia trumpista di rimilitarizzazione dell’Europa in un contesto globale di concorrenza interimperialista e di responsabilità condivisa del blocco transatlantico nel genocidio che lo Stato di Israele continua a perpetrare contro il popolo palestinese. Inoltre, il vertice si è tenuto dopo l’aggressione lanciata, prima da Israele e poi dagli Stati Uniti contro l’Iran, ricorrendo al ben noto argomento secondo cui il regime iraniano produceva armi nucleari, come era avvenuto nel 2003 con l’Iraq. Ancora una volta, questi due paesi [...]
loc
Besancenot: «Oltre Macron, la vera questione è la distribuzione della ricchezza»
3 weeks 2 days ago
Quali insegnamenti trarre dal movimento sociale, dalle azioni di Blocchiamo tutto alla giornata di sciopero del 18 settembre? La mobilitazione continuerà, e in che forme? [Intervista a Olivier Besancenot e al sindacalista Simon Duteil] Olivier Besancenot, ex portavoce del Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA), e Simon Duteil, sindacalista ed ex portavoce di Solidaires, analizzano la nuova fase di mobilitazione iniziata il 10 settembre e delineano alcune prospettive per l’“dopo 18 settembre”. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, 200.000 persone hanno partecipato alla giornata del 10 settembre, organizzata al di fuori dei tradizionali schemi di mobilitazione. Per giovedì 18 settembre, i servizi di intelligence territoriale prevedono 800.000 partecipanti alle manifestazioni. Sono questi segnali di un grande movimento sociale in arrivo? Olivier Besancenot: Come al solito, non si può saperlo. Ma ci sono aspetti positivi notevoli nella mobilitazione del 10 settembre. Prima di tutto la partecipazione alle assemblee generali (AG) di preparazione. È importante vedere che c’è un’auto-organizzazione nel movimento. Nel 2023, durante la battaglia contro la riforma delle pensioni, questo era mancato. Anche nei settori più combattivi, come i ferrovieri, c’era poca partecipazione alle assemblee generali e quindi difficoltà a riconfermare gli scioperi. Le AG sono in declino almeno dall’inizio degli anni [...]
checchino
Solo una mobilitazione permanente e di massa può fermare l’orrore a Gaza
3 weeks 2 days ago
Gli scioperi del 19 (Cgil) e del 22 settembre (Usb e sindacalismo di base) sono un primo momento di agitazione per ricomporre l’umanitario e il politico. Certo, la stragrande maggioranza di chi si mobilita per Gaza avrebbe preferito una convergenza e una costruzione corale dello sciopero. Sinistra Anticapitalista contribuirà a sostenerli entrambi così come è partecipe alle vertenze locali per rompere i rapporti istituzionali, affaristici e accademici con Israele. Ma la costruzione dello sciopero generale, di massa e generalizzato, non è più procrastinabile (la direzione nazionale di Sinistra★Anticapitalista) Sinistra Anticapitalista – organizzazione, circoli e militanti – è solidale con la popolazione palestinese e si impegna a sostenere la sua lotta per la liberazione dall’oppressione coloniale. Con l’invasione di terra a Gaza e l’occupazione ulteriore di altri pezzi di Cisgiordania, l’operazione genocidiaria dello Stato di Israele è cresciuta di ferocia ed esplicita sempre di più i suoi scopi anche grazie alla complicità attiva di altri governi occidentali, Usa e Italia in prima fila. I dossier di istituzioni come il Tribunale penale internazionale e l’Onu, grazie alla relatrice speciale Francesca Albanese, hanno smantellato ogni retorica sulla moralità e sulla democraticità dello stato sionista e rivelato la strumentalità delle accuse di antisemitismo contro [...]
checchino
L’ascesa di Farage non è irresistibile. Per ora
3 weeks 4 days ago
Reform rappresenta una minaccia unica per la sinistra, ma come possiamo interpretare la sua ascesa? Dave Kellaway indaga Reform UK in cifre Il numero di iscritti paganti supera i 235.000 (che pagano 25 sterline all’anno), superando quello dei conservatori e quadruplicando quello del luglio 2024. Reform UK è arrivato terzo alle elezioni generali del 2024 con poco più del 14% dei voti (4,1 milioni). Ha quattro deputati (in precedenza erano sei, ma due se ne sono andati dopo aver litigato con Farage). Nelle elezioni locali di quest’anno, ha conquistato il controllo di dieci consigli comunali, due metro mayors e ora conta circa 870 consiglieri locali. Sta creando oltre 400 sezioni locali dopo il successo nelle elezioni locali del 2025. Questo è importante per la stabilizzazione del partito. I consiglieri aiutano a costruire le sezioni locali. Reform UK è in testa ai sondaggi da gennaio di quest’anno. Gli ultimi sondaggi danno il partito di Nigel Farage al 35% (giornale Independent), vicino alla percentuale di voti ottenuta dal Partito Laburista nelle elezioni generali dello scorso anno. Oggi, il governo laburista di Starmer languisce tra il 18% e il 20%. Continua a vincere le elezioni suppletive dei consigli locali, sottraendo seggi al Labour. [...]
checchino
Per cacciare Macron allargare il movimento e costruire lo sciopero
4 weeks ago
La giornata del “bloquons tout” è stata un successo. La sfida dei prossimi giorni è quella di costruire nei territori costruzione quel fronte sociale e politico capace di sfuggire al gioco istituzionale della risoluzione della crisi attraverso le elezioni [Comunicato del Nouveau Parti Anticapitaliste Francia] La storia accelera, abbiamo già quasi dimenticato Bayrou, relegato nel dimenticatoio dalla bocciatura della mozione di fiducia all’Assemblea. Senza maggioranza e senza alleati, Macron è stato costretto a nominare Lecornu, uno dei suoi fedeli, proveniente dalla destra, omofobo dichiarato e ministro dal 2017. Nominandolo, Macron calcola che non sarà censurato dal RN. La giornata del 10 settembre è stata un successo: fin dall’alba e per tutto il giorno la mobilitazione è stata massiccia: 30.000 a Tolosa, 15.000 a Rennes, 10.000 a Montpellier, 10.000 a Strasburgo, 8.000 a Lione… Decine di migliaia di persone in strada, una forte mobilitazione dei giovani e decine di migliaia di scioperanti nel settore pubblico e privato, nonostante l’assenza di un appello allo sciopero da parte dell’intersindacale. Costruire il movimento, costruire lo sciopero. La sfida dei prossimi giorni è quella di rafforzare il movimento, di costruirlo nelle aziende, nei quartieri, nelle università e nelle scuole superiori. Sono stati organizzati scioperi in [...]
checchino
Conflitti economici e parate militari
1 month ago
di Franco Turigliatto Premessa Non mi piacciono le sfilate militari, quelle di Pechino e di Mosca, ma anche quelle di Washington e dei Champs-Elisées; né mi piacciono quelle italiane del 2 giugno ai Fori Imperiali con un presidente della Repubblica che sembra troppo dimentico non solo degli enormi crimini compiuti dai paesi europei, (tra cui i misfatti del colonialismo, due guerre mondiali e l’invenzione dell’antisemitismo), ma anche di quelli più recenti dell’Unione Europea o di alcuni suoi paesi, come l’aver trasformato il Mediterraneo in un cimitero o i 78 giorni di bombardamento di Belgrado quando Mattarella era il vice primo ministro del governo D’Alema, salvo poi accorgersi nell’ultima sua dichiarazione che, come nel 1914, “si può scivolare in un baratro di violenza incontrollata”. Vecchi e nuovi attori imperiali Molti eventi degli ultimi anni stanno configurando la nuova geopolitica delle nazioni e del mondo; come da copione storico (ma drammaticamente rinnovato al presente) si squadernano davanti ai nostri occhi le feroci dinamiche di confronto/scontro delle grandi potenze capitaliste e imperialiste, sia nella loro essenza economica e materiale, sia nei proclami politici ed ideologici e nelle immagini iconiche dei capi trasmessi dai media a miliardi di persone nel mondo. Trump, mentre [...]
loc
Checked
5 hours 22 minutes ago
:: Ecosocialista Femminista Rivoluzionaria ::
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